Presentazione dell’opera
CICATRICI DI TENNIS
L’opera è una raccolta di sei composizioni brevi, aventi come tema il gioco del tennis.
Le soluzioni o, per meglio dire, le occasioni narrative proposte sono le più disparate, comprendendo: ricordi adolescenziali, situazioni di giuoco particolari (Vedi “LADIES AND GENTLEMEN’S, MISTER CASTELLI, TO SERVE”), episodi di “vita-tennistica” (Vedi “TRASH ART, TRE RAKKETTE ROTTE” oppure, “4 DOPPI FALLI KONSEKUTIWI”), ed anche “descrizioni” di Suoi Protagonisti, affermatissimi (ROGER FEDERER) o anche del tutto ignoti, tra cui l’Autore stesso, che sebbene “semplice cultore della materia” (sic!), “evidentemente” ha avuto modo, frequentando questo sport, di “cicatrizzarsi” (Vedi, su tutti, “PARAMETAMORFOSI”).
In realtà, il gioco del tennis (N.D.R. che per certi suoi aspetti perversi potrebbe definirsi “Lo SPORT del DIAVOLO”) ha in sé, per l’Autore, una sua “poetica” ed è dotato di una “ritmica”, tali da offrirne fascino, e renderlo, sicuramente, “diverso” rispetto a più note e popolari discipline sportive.
Il tennis consente, a ciascun suo interprete, di incontrare e conoscere sfumature dell’anima, apparentemente, imperscrutabili; il tennis possiede attitudini che permettono di scoprire aspetti sconosciuti del proprio intenso-ego.
E’ sicuro che, l’avvicinamento a questo sport, può essere agevolato nel poter OSSERVARE un INTERPRETE ASSOLUTO come ROGER FEDERER (!), il quale costituisce, ex sé, una situazione-fenomenica veicolare, foriera di idee, di passaggi, di intuizioni ed, addirittura, di suggestioni che l’Autore ha voluto “cristallizzare” con due dediche / odi [Cfr. “ABOUT FEDERER LIVE [UN GIORNO IMMORTALE]” e “KAPOLAVOROFEDERER”] inserite come parti integranti della opera medesima.
E’ altrettanto possibile, che il vissuto ed il racconto dell’Autore, intorno al giuoco del tennis, altro non sia che una “singolare” occasione per andare OLTRE… Insomma, può anche essere che quanto si trova nell’opera qui proposta, abbia poco a che spartire col tennis. Oppure, sic et simpliciter che, per l’Autore, il tennis, sia un pretesto (senza dubbio, vivace ) che alimenta il desiderio di spaziare, lasciando volare la mente.
Maurizio Castelli
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L’opera è formata da 6 composizioni brevi, distribuite in 26 pagine dattiloscritte, incluso l’indice (8.828 parole dattiloscritte (programma Word), con utilizzo di caratteri scritturali eterogenei e, talvolta, con colorazioni diverse), contiene un’immagine tratta dal libro intitolato “TANTO HO SOGNATO WIMBLEDON, KE L’HO ADDIRITTURA WINTO (!)”, scritto dal medesimo Autore. La copertina (pagina frontale e pagina finale) è dipinta dall’Autore e raffigura un campo da tennis stilizzato con strisce nere ed ha la colorazione del fondo in rosso scuro con sfumature nere.
[Deposito S.I.A.E n.2010004279]